venerdì 23 agosto 2013

LA CENA


Oggi a casa sono venuti a trovarci gli zii di papà, con i vari cugini. Più o meno eravamo una cinquantina. Lo zio è alto ma non troppo, grosso e baffuto. Mancherebbe solo la Pimpa e sarebbe Armando. La zia è magra alta e maratoneta. Con loro c’erano tutti  i cugini, i figli dei cugini, e i figli dei figli dei cugini. La cosa divertentissima è stata che la zia aveva pensato al vino, purtroppo però non aveva pensato a guardare quanto fosse piena la bottiglia. Infatti delle sette bottiglie che ha portato, tutte erano rimaste con il fondo fondissimo, era rimasto solo un goccio di vino, che io ho scolato da tutte le bottiglie. Una delle fidanzate  dei cugini lavora ai mercatini con collane bracciali e orecchini. Lei è un espositore vivente. Era piena di orecchini, otto in ogni orecchio, bracciali fino al gomito e tante collane che gli imbottivano la testa. C’è un cugino attore bravissimo, ma non sai mai se credergli o meno. Purtroppo  mancava il cugino sub, lui lo insegna ai ragazzi o agli adulti, fa un po’ l’esploratore della natura e si trovava nel mar Rosso. Di lui si narrano avventure eccezzionali … si dice che abbia incontrato uno squalo in una delle sue spedizioni e che sia sopravvissuto grazie ad un alga avvelenata che lo squalo aveva mangiato prima di ingoiarlo. Questa però è una storia che raccontò l’attore, per cui … Tra la gente c’era anche Massimo, il cugino di mamma, che non si sa cosa ci facesse lì. È un tipo simpaticissimo, che quando ti parla guarda verso l’infinito.

















mercoledì 21 agosto 2013

LA LUNA


Decidemmo di andare sulla luna. Si noi lo volevamo fare, dovevamo partire per la luna. Sarebbe stata una memorabile impresa, volevamo entrare nella storia. Cominciammo a costruire un razzo abbastanza grande da contenere otto persone. Con l’aiuto di Giovanni finimmo in un pomeriggio. Esausti e sudati. Ora mancava il motore. Assemblammo un motore a scoppio potentissimo. Poteva tirar su mezzo pianeta. Mancavano le tute. Quelle le rubammo alla scuola di sub della città, insieme a trentadue  bombole di ossigeno. La sera tardi, eravamo pronti a partire. Salutammo le famiglie, e sotto gli occhi di tutto il paese salimmo sulla navicella. Qualcuno sghignazzava, altri applaudivano, altri ancora non volevano guardare e pregavano. Appena saliti ci fu un attimo di silenzio, poi Francobollo disse solo “Guido io fratelli” e si mise alla guida. Il conto alla rovescia ci fece tremare poi via. Un rumore fortissimo e il decollo. Eravamo tutti fermi, legati con le nostre cinture. Poco dopo un altro rumore. Pregavamo che non fosse il motore, avevamo infatti sorpassato l’atmosfera. Ma cosa ci facevamo al di la dei confini umani con delle tute da sub, ve lo assicuro non lo sapevo. Ma era incredibile. Francobollo attaccò alla radio che avevamo dietro i Beatles per farci rilassare. Durammo altri dieci giorni di viaggio. Poi l’atterraggio ci svegliò. Pronti a mettere il piede sulla luna. Decidemmo di scendere tutti insieme. Così facemmo. Mettemmo il piede sulla luna. Poi ecco che la canzone finisce. Imagine.














martedì 20 agosto 2013

LO SPACCON'


L’altro giorno in pizzeria, abbiamo visto un tale che è entrato, ha sparato al soffitto, ha fottuto la cassa ed è uscito. Uno che ha scolato otto birre e tre caffè corretti poi è uscito senza pagare. Una coppia di ragazzi francesi hanno picchiato uno con una baguette e sono usciti. Una dog sitter che ha fatto cagare i cani nel salone ed è uscita. Uno che ha sputato sulla pizza, un ubriaco un imbecille che beveva, uno lasciato dalla moglie scatafottuto nella pizza, una borsa di lana che prendeva fuoco, un gatto che veniva bollito, un cane leccava gli avanzi, gli spaghetti che pendevano dal soffitto, cantanti alla deriva, drogati e spacciatori. Mamme e figli tranquilli, immigrati, calciatori, rugbisti, pallavoliste appena uscite dallo spogliatoio, pecore, vespe api perle di saggezza, pappe, catrame e coltelli. Uscimmo e ci rendemmo conto che avevano sostituito la scritta pizzeria con Welcome to the Manicomio.