venerdì 30 agosto 2013

IL COLPO DI FORTUNA


Voglio dire, che culo bisogna avere per incontrare la fortuna. Beh noi ne avevamo, ma non più soldi. Cavolo ci pensate ragazzi quanti soldi abbiamo fatto con le nostre invenzioni? Ma noi non ci accontentavamo. Simo si era iscritto ad un incontro di pugilato del paese. Lo stavamo allenando per farlo diventare fortissimo, come Roky. Si allenava tutti i giorni quattro ore al giorno. Io lo incitavo dicendogli “Più forte colpisci così bravo” e Frenci dall’altra parte lo demoralizzava “Ciccionazzo colpisci più forte, merdaccia!” in questo modo non era demoralizzato ma solo spinto a obbiettivi più alti. Matti era il coach e Francobollo il vice. Richi il preparatore atletico mentre Pie si tingeva di biondo le sopracciglia allo specchio. Purtroppo per Simo durante una gara con i carretti, cadde e si ruppe le braccia.  Prese anche un infezione e all’ospedale gli dissero che se non si curava... rischiava l’amputazione. Alla fine si rimise in fretta, in tempo per combattere l’incontro e vincerlo. O almeno così si narra in paese, visto che io e gli altri eravamo a casa  acausa di un virus per aver bevuto acqua non potabile. Ma sapete in paese dicono che l’acqua delle pozzanghere non fa male.

domenica 25 agosto 2013

LA FABBRICA

Cioccolato e patatine. Cosa c’è di meglio? Assolutamente niente. Troppo buoni. Eravamo polleggiati quando a Simo venne un idea. Costruiamo una fabbrica di cioccolato e patatine. La CHOCOCHIPS. Facemmo fare a Giovanni un enorme fabbrica tutta in legno. La costruì lunga cinquanta metri e larga trenta. Tutta in legno fatta in due giorni. Mettemmo dentro macchine per patatine e per cioccolato. Io progettai le confezioni,forma dei pacchetti e decorazioni della carta, comprammo anche due macchine per realizzarli in serie. Cominciammo la fabbricazione. Ne vennero fuori a centinaia. Un po’ ne distribuimmo ai vari supermercati. I postini erano Richi, Pie e Frenci. I più veloci. Ne vendevamo anche a domicilio e nella nostra fabbrica. L’odore era meraviglioso.  Avevamo fatto soldi a palate; così comprammo due elefanti e quattro leoni. Li portammo  dentro due gabbie di ferro alte e bellissime. Vedavamo ,però, che gli animali non stavano bene e decidemmo di riportarli in Africa.  Giovanni guidava il camion. Arrivammo in Africa dopo settimane di viaggio. Una volta nella savana, liberammo gli animali. Correvano molto più felici e verso un futuro migliore. Tornammo a casa in aereo. Gli affari andavano avanti ma noi non ci stavamo dietro e vendemmo la cioccolata a un certo Ferrero e le patatine al signor Pringles.