martedì 12 novembre 2013

OSSA ROTTE


L’aereo era bello, ma dovevamo riuscire a volare, a volare senza alcun tipo di motore. Leonardo l’aveva già inventato, ma noi volevamo volare sugli uccelli. Da giorni nei giornali si parlava di questa strana specie di volatili simili a draghi, si trovavano sulla costa del Mavarestend, uno stato a nord della Pianchinet che a sua volta si trova a est dei Piopilui. La cosa ci stuzzicava molto. Comprammo dei Chopper tutti colorati, caricammo su reti, fucili, un po’ di gorgonzola e Pietro anche la tinta bionda. Viaggiammo per migliaia di chilometri su strade sperdute in Danimarca. Dopo ben tre mesi di viaggio intenso, ci trovammo nel posto che volevamo, Mavarestend. Un insieme di colore accesi e diversi di piante e di animali. Ci avventurammo all’interno della foresta, senza timore di nulla. Ci piazzammo in una vallata. Piantammo le tende e accendemmo un fuoco. Anzi non è vero, noi non lo accendemmo, al contrario di ciò che dicono in tutti i libri. Quel giorno era davvero caldissimo. Un deficiente avrebbe acceso un fuoco. Stabilimmo chi faceva  i turni di guardia. I fucili erano carichi e sistemammo anche i richiami. Matti e Francobollo rimasero alle tende, io e Frenci a cercare gli animali e Simo con tutti gli altri a cercare l’acqua che avevamo dimenticato a casa. Camminammo chilometri e finalmente … ecco i famosi Zitorex, uccellacci altissimi e con un lungo collo, ali bellissime, tutte gialle e verdi. Prendemmo le corde e li legammo agli alberi, chiamammo tutti gli altri e ne immobilizzammo otto. Con  una fatica atroce, li trascinammo all’accampamento, cominciammo ad addestrarli, dopo due giorni,erano bravissimi, tanto che si inchinavano quando passavi. Con delle radici lunghe sei sette metri, costruimmo delle briglie. Il primo a volare fu Matti. Partì elocissimo, fece un giretto e tornò a terra. Partimmo tutti. Partimmo per quell’enorme cielo azzurro a sinistra, e scuro a destra. C’e l’ avevamo fatta. Purtroppo, nell’atterraggio … uno scontro forte tra il mio e quello di Francobollo, e tutti giù per terra, doloranti e con tante ossa rotte.