Quel
giorno era bellissimo.
Anzi
no. Quel giorno era schifoso, brutto triste e depressivo. Era un
giorno del cavolo. Purtroppo pioveva... forse non purtroppo... Nel
bunker stavamo guardando la TV. Era un talent show abbastanza
cretino. Quando verso la fine ecco arrivare i Pirati Carini. Erano
tutti con delle mini moto nuove, già sporcate dal fango. Armati di
lance di legno e bombe di sabbia non fecero complimenti ed entrarono.
Ci colsero di sorpresa, e noi ci facemmo fregare. Ci distrussero il
bunker. Rubarono alcuni risparmi e il nostro simbolo, nonché
Laovalesporca, la palla leggendaria che Aro non era riuscito a
difendere, ma aveva combattuto con onore. Eravamo abbattuti,
distrutti. Fuori la pioggia si trasformò in neve, e dopo poco tutto
era bianco. “Arruoliamo tutti e facciamo capire loro una volta per
sempre che devono temerci” Annunciò Frenci. “Prendiamo anche
altra gente, loro son tanti” aggiunse Matti. Così andammo
all'asilo, i bambini stavano uscendo, erano pestiferi e cattivi e a
noi servivano. Li caricammo su un autobus da noi decorato con simboli
di pace, fiori e forme psichedeliche. Era un gran freddo e i piccoli
si lamentavano, ma come potevamo coprire centodieci bambini... così
decidemmo di non coprirli. Li fornimmo di tutto. Fionde, elmi,
bastoni, bombe di sabbia e bombe di acqua, cerbottane, scudi fatti
con corteccia di alberi, ma soprattutto di bellissimi pantaloni a
zampa di elefante. Facemmo togliere loro le maglie e indossare fasce in
testa. Eravamo pronti. Caricammo l'autobus e altri tre furgoni
scoperti che avevamo pagato un occhio della testa alla fiera della
seconda guerra mondiale. Partimmo verso il PiroBunker. Mentre quelle
trenta teste di rapa erano a giocare nella neve, noi centodiciotto
soldati cattivi e arrabbiati, insieme ad altri quaranta animali tra
cui tori e cinghiali ci catapultammo contro di loro. Purtroppo
avevano posizionato delle torrette di avvistamento e ci buttavano
addosso vernice e ghiaia. Alcuni cinni presero secchi d'acqua fredda
e la buttarono sulla neve. Ecco il giaccio. Alla fine Noi vincemmo.
Nei due metri e mezzo di neve avevamo perso novanta quattro cinni,
gli altri erano stati fatti prigionieri. Ma non ci importava, noi
avevamo ripreso soldi, Laovalesporca. I bambini erano astuti e
avrebbero cominciato a scavare il giorno dopo.