Gary Wilson era il
secondo componente in ordine sparso della Black Jazz Free Band.
Gary era il più
giovane, aveva sui diciannove anni.
Era un ragazzo
bianco che viveva in una casa normale con una famiglia normale e
aveva una vita normale.
La madre aveva un
passato da rock star e il padre, bravo uomo, tutto composto faceva il
medico nell'ospedale pubblico del paese.
Gary aveva dei
lunghi capelli biondi ossigenati e le sopracciglia nere. Indossava
sempre e dico ogni santo giorno dei jeans aderenti e una camicia
bianca, che ogni tanto fuori da qualche pub imbrattava di sangue.
Il fratello era
laureato in una delle più prestigiose università americane. Le
sorelle, dodici e venti tre anni erano segretaria e futura pilota di
formula uno.
Gary non era del
tutto nelle righe. Il dottore diceva che aveva una malattia
particolare, che ogni tanto, preso dal nervoso aveva degli impulsi di
rabbia. Purtroppo gli impulsi che aveva erano di tipo assassino e
ogni tanto gli scappava la mano e per due o tre giorni giocava con
uno yoyo dietro le sbarre.
Gary sapeva fare una
sola cosa nella vita, perché davvero non sapeva fare altro, suonare
la chitarra.
Il fatto è che come
la suonava lui, quella diavolo di chitarra non la suonava nessuno. La
madre lo incitava da un po' ad entrare in una band e alla fine, il
suo desiderio per il figlio si avverò.
“Che dici Peter
(manager) lo prendiamo dentro?”
“No. Non lo
prendiamo dentro se mi riesci a dare tre buoni motivi per non farlo”.
In realtà di motivi
buoni per non prenderlo dentro ne esistevano tanti ma a Peter Cry
piaceva usare queste frasi per enfatizzare il tutto.
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