lunedì 13 gennaio 2014

Il soldato e la morte

Ci trovavamo uno davanti all'altro. Nella stessa situazione. Eravamo due dei pochi sopravvissuti, e avendo questo onore, adesso avevo più paura della morte di prima. Io caricai il fucile. La pioggia mi cadeva sul volto, ero fradicio e infangato. Il ragazzo di fronte a me non si mosse. Avevo paura... poi una voce da dietro
“Spara! Spara!”
Non mi girai, ma il mio dito si mosse rapido sul grilletto. Un colpo secco. Ho aspettato qualche secondo... non lo avevo preso. Avevo sparato nel fango. Ricaricai. L'altro immobile, con gli occhi fissi nel vuoto. Imbracciai il fucile e sparai il secondo colpo. Andò a segno. Il ragazzo davanti a me si chinò, ma non smise di guardare di fronte a lui. Avevo l'ultimo colpo. Anche quello andò a segno. Allora il corpo di colui che era morto giaceva davanti a me.
“Bravo recluta Kenn”
Questa volta mi girai, mi aspettavo il colonnello... no, era la morte. Ciò spiegava lo sguardo verso il vuoto. Mi paralizzai e la morte mi morse, mi strappò la pancia e piano piano anche la faccia. Soffrivo a terra. E giacevo davanti alla morte.