Credo che l'Italia
abbia avuto la grande fortuna di poter assistere, tifare un grande
campione, un grande pilota, qualcuno per cui saltare i pranzi con la
suocera la Domenica. Vale Rossi.
Ecco. Saltando,
andando oltre a tutto quello che negli ultimi tempi si è detto di
lui, chi non ha tifato Rossi alzi la mano.
Probabilmente in
questo momento qualcuno per fare la battuta avrà alzato la mano, ma
io non ci credo. Valentino Rossi, è stato per chiunque avesse una
televisione e un attimo di sale in zucca, l'eroe. L'eroe. L'eroe.
L'eroe. L'uomo che i bimbi imitavano. Che quando mio padre mi diceva:
“Vai piano!”
Io rispondevo: “Si”
Poi con il mio amico
urlavo: “Tu sei Capirossi, io sono Vale”
E ci buttavamo
dentro una curva come dei pazzi scatenati.
Vale è stato causa
di cadute, di sangue e di interminabili pianti per terra.
Valentino non è, se
vogliamo, l'uomo da prendere come esempio. O meglio. Non è stato
l'uomo da prendere come esempio, ma Vale ti faceva sognare. Con lui
Meda. Perchè, si è vero che Meda ti renderebbe interessante una
gara di tricicli, ma quando assistevi a una gara di Moto GP, ti
divertivi e soffrivi con lui. Con Meda. Uno dei più grandi
telecronisti. Che ti faceva sempre essere in piedi sul divano. Quello
che io ruppi al nono mondiale di Vale. Quello che milioni di italiani
ameranno per sempre, quel maledetto, rotto, bel divano, col piedino
giù, dove staccavi forte e ti buttavi dentro. In un altro mondo.
Risucchiato da quel ragazzo numero 46. Quello che sapeva, quello che
sa trovare il limite, spostarlo un po' più in là e non farti
dormire. Questo è Rossi, questo e molto altro ancora.