Davis Green era
alto, bianco, portava un paio di occhiali tondi e lavorava come
avvocato.
Padre di tre figli e
bravo marito.
Era la perfetta e
classica famiglia americana, una di quelle famiglie modello. Avevano
perfino il cane che non osava mai aprire la gamba per imbrattare la
moquette rossa che si trovava sul pavimento.
Davis era un uomo
acculturato e ben istruito, uno stipendio alto e un giardino ben
curato.
Un vero e proprio
uomo.
La moglie Jaline era
francese e la sua pelle chiara coi capelli biondi ben pettinati e
cotonati si intonavano a pennello con le pareti chiare della villetta
in cui vivevano.
Nessuno però
avrebbe mai detto che Avv. Davis Green suonasse meravigliosamente la
batteria.
Davis Green era
davvero il migliore di sempre a suonare la batteria.
Sedeva sul
seggiolino ben vestito, con la giacca nera e la camicia bianca che
sfilava meravigliosamente sui fianchi.
La cravatta al collo
si muoveva poco ma quelle bacchette sui tamburi si muovevano eccome.
Era sempre composto.
Non urlava e non si agitava mai neanche a suonare la batteria.
Mi ricordo la volta
in cui il chitarrista si girò e gli mise in testa una fascia a stile
Rambo.
Davis minacciò di
lasciare il gruppo.
Alla fine rimase
convinto da Billy che ti faceva sempre cambiare idea.
Davis Green era
davvero sempre Green, sempre candido e pulito.