venerdì 29 agosto 2014

I RAGAZZI DI LAGGIÚ

Buongiorno ragazzi.
Scendete dai letti, fatevi la barba e sfogliate qualche giornale. Accendetevi una sigaretta o fatevi una partita a carte. Se guardate ben il cielo oggi è un ottima giornata per combattere.
Anche se so molto bene che non esistono giorni buoni per la guerra, ma esistono giorni migliori di altri, in cui magari la voglia della pace è maggiore e siete più carichi, tipo quei burattini che escono dalle scatole con il volto da pagliaccio che sembravo venir fuori dai racconti di Stephen King. Inquietanti quei giocattoli perfino per un adulto. O magari ragazzi della guerra anche per voi, anche se siete dei duri è!
Beh su quello non c'è dubbio ragazzi miei, bisogna davvero essere forti per fare quella roba lì.
Allora noi da qua, vi mandiamo tutti un grande abbraccio ragazzi diretti a nord dell'est, più verso ovest però.
Sta sera quando tornerete a casa, telefonate ai vostri figli. Alle vostre madri e ai vostri padri. Alle mogli e alle fidanzate e ridete, divertitevi.
Per chi oggi invece non tornerà, un grande abbraccio comunque e un saluto di arrivederci ragazzi. Non ci si dimentica molto spesso di voi uomini della pace, della guerra.
Se non sapete che fare sui camion guardatevi le mani e rendetevi conto che sono diventate un po' più rugose e scure, forse con qualche callo in più da quando siete partite, ma non preoccupatevi perché chiunque invecchia, perfino Brad Pitt invecchia. Solo Ecclestone, con i suoi capelli bianchi cacca di piccione sembra non invecchiare mai.
Attenti a dove metterete i piedi quando scenderete per combattere ragazzi. Potreste incontrare qualche vostro superiore e calpestarlo, anche se la vedo difficile, per il semplice motivo che lui non si troverà lì quando ci sarà da morire, da perdere, da sporcarsi di sangue e da urlare. Ma magari se vi osserverete le gambe con attenzione, vi renderete conto che sono diventate più grandi con qualche cicatrice in più e pronte a correre veloci ragazzi. Correte verso la guerra per scappare da essa senza tradire però.
E alla fine tornerete a guardare il cielo, sempre il cielo. Tutti voi osserverete le stelle la sera e vi accorgerete che saranno unite da qualche arcobaleno ragazzi. Non abbiate paura amici miei. Anche se è facile dirlo da qua. Abbiate quella fame e quella rabbia negli occhi, che si puo vedere solo in un soldato amici miei. Se pur ragazzo un soldato. Se pur bambino soldato. E allora proteggetevi e credete in qualcosa. Non dico in Dio. Credete magari in uno sport. In una moneta, in una bandiera o anche solo in voi stessi amici miei. Ma credete di tornare a guardare il cielo e di non morire con la faccia nel fango. Credete in ciò che non vi appartiene, credete anche nella libertà amici miei, perché non so quando, non so perché, neanche dove vi posso dire, ma quando arriverà, beh allora ragazzi di quel posto lontano che conosco, allora ognuno di voi avrà fatto qualcosa per cui verrà ricordato.

Ci vediamo a casa amici. Ci vediamo a casa tutti quanti.

mercoledì 27 agosto 2014

UN TARDO SORPASSO IN UNO SPERICOLATO POMERIGGIO

La bici di Girourdè era pronta, pulita, il cigolio era stato limitato e aveva una gran voglia di andar forte.
Correva con gli amici il pomeriggio. Erano tre. Girou, Philip e Francis.
Le bici alla fine, se ben curate e messe a posto, erano quelle che erano.
Ma non importava molto.
Il fatto mozzafiato si svolse al settimo giro del cortile di gara quattro.
Philip è davanti. Mancano una sessantina di metri all'arrivo.
Curva stretta , è l'ultima poi volata spaventosa sul rettilineo. La curva è delimitata dal muro di una casa, con l'intonaco un po' rovinato.
Francis è rimasto molto indietro, si è steso per terra la quinto giro e non ha più recuperato.
Ora bisogna far vedere ciò di cui si è capaci.
Tre metri alla curva. Philip butta l'occhio a Girou. È attaccato alla gomma. Sa benissimo che non lo avrebbe lasciato vincere. Ecco l'anteriore che prova ad uscire tra il muro e la catena dell'altra bici. Il corpo del corridore, non ci starebbe mai, troppo stretto lo spazio per provare un sorpasso. Philip chiude con la gomma dietro mettendo il suo mezzo di traverso sull'asfalto rovinato. I sassi si alzano da terra e la gomma lascia un segno. Francis perde il posteriore e fa un volo di tre metri per terra. La bici è un cartoccio. Il “pilota” esce illeso.
Allora, non c'è più spazio e Girou cambia lo specchio d'entrata della curva. Infila Philp a destra ma quest'ultimo bravissimo gli torna a sbarrare la strada. Pochi secondi e ci si lancia nel rettilineo. Il telaio in ferro di Giroù si muove agilmente cambiando nuovamente direzione. Le ruote che sfregano tra di loro e contro il muro. Tre costole fratturate per Girou che sbatte sul cemnto della casa, screpolando l'intonaco bianco. I sassi per aria che finiscono negli occhi. Le dita maciullate di entrambi contro i manubrio dell'avversario e poi la curva da cui Girou esce vincente per scatenarsi sul rettilineo con tutta la sua rabbia e la sua violenza. Gli occhi felici da ragazzo vincente e il corpo distrutto da guerriero perdente.