martedì 4 novembre 2014

SBAGLIATI E INGABBIATI

Era una sera calda d’estate, in cui la Tv fungeva da poggiapiedi.
Rotta se ne stava in silenzio senza parlare di uccisi e di morti, di tragedie e cicloni, di calcio e di politici, di ladri e di cantanti.
Camminavo su e giù per la strada di casa, ma tu lì non c’eri e io male stavo a pensare a quando mi avrebbe morso un leone.
Immerso nei miei pensieri profondi, di guai e dintorni, di piccioni e giraffe, di domani e domande, di tristi pagliacci e animali rinchiusi nel circo vagante nel mondo più oscuro.
Giocolieri ingessati e padroni rubati, terre senza più bestie feroci e gabbie piene di denti e di unghie.
Sorrisi di piccini inseguiti dal tormento che loro gli animali gli vogliono senza collare.
Tigri ammaestrate a non mordere in pubblico e scimmie curate come fanciulli reali.
Sporcizia e miseria intorno a quel circo e lettere tristi di madri sconvolte, l’Africa chiama a sé i suoi animali e scatena una guerra … una guerra fra umani. Cigni maestosi e api zebrate, zebre volanti e leopardi azzoppati.
Corre lento lo struzzo in tondo, mal di testa gli viene e allora, fanno entrare le iene, tremende e affamate come la folla pagante, ormai con la pancia piena di fresche bevande.
L’uomo al centro con baffi curati e volto falso, annuncia con ansia il prossimo spettacolo, in un circo grigio come l’asfalto.
Le ginnaste saltano da un anella all’altra ma nessuna, neppure con quel trucco è davvero bella.
Sogni di libertà rimangono utopie sotto quel telone dove un morso mi darà il leone, per farmi capire che lì non ci vuol stare e che la gabbia io gli devo aprire.
Quindi amici curatevi della nostra natura, che lei continua a tenerci in vita ed è così semplice e matura, che sente quando siamo in pericolo, non smettiamo di pensare e di amare gli animali, togliamo le sbarre e ridiamoli le ali.