martedì 30 dicembre 2014

COMINCIAMO E RICOMINCIATE

Non eravate voi, quelli di: “Voglio una vita spericolata”?
Quelli della musica dance, del rock, delle grandi canzoni romantiche, del folk.
Quelli ubriachi ai concerti, quelli sempre eleganti, quelli che leggevano milioni di libri, che volevano cambiare il mondo.
Eravate voi si, lo so, quelli delle gite allo stadio, degli esami e delle notti insonne.
Dei musei più belli, dei viaggi nel mondo, delle moto grosse e dei vestiti corti.
Eravate voi che dicevate di voler vivere in modo esagerato, rispettosi di tutto però, senza casini.
Quelli in piedi sul divano a cantare e urlare, quelli dell’Italia campione del mondo, dei balli di scuola, dei compagni morti di overdose e dei compagni laureati.
Voi dei grandi amori e delle grandi passioni. Dei Chicago e dei Lakers.
Quelli della Ferrari migliore di sempre, delle grandi gare, di campioni delle due ruote.
Eravate voi che avete assistito a attentati e guerre.
Che avete davvero vissuto esageratamente come Steve Mc Queen.
Adesso, siete coinvolti in questo mondo che ha come base l’avanzamento tecnologico.
Siete e siamo seduti sempre con un telefono in mano a mettere like e condividere cose non importanti, quando abbiamo un mondo da scoprire.
Condividiamo la cultura, le idee e le pubblicità si, condividiamo tutto quello che ci può essere davvero utile, ma poi usciamo di casa e dobbiamo, noi cominciare e voi ricominciare, a vivere davvero, a vivere come vogliamo, a non stare davanti a un monitor ad annoiarsi.
Cominciamo a riempire pagine di poesie e racconti e poi leggiamoli ad alta voce ai nostri figli.
Stiamo con loro. Viviamo ogni giorno come se fosse l’ultimo, frase banale ma è così, perché tra un anno, tra un mese, un giorno, potremo non sentire più niente, non correre. Oppure correre più veloce o sentire meglio.
Liberiamoci un po’ dalla tecnologia e dal nostro riempirci di stupide cose.
Viviamo il mondo che c’è fuori.

lunedì 29 dicembre 2014

NOI SIAMO COSì

Erano quelle notti insonne che non ci permettevano di essere pronti il giorno dopo.
Quelle notti passate tra strazianti lacrime e tristezza che ci lacerava i cuori affranti.
Erano le notti in cui scoprivamo della morte delle nostri madri, dei nostri padri, dei nostri fratelli.
Erano notti buie più di qualunque tenebra.
Erano cose che non puoi nemmeno raccontare se non ti hanno sfiorato.
Era l’amore che ti salutava e volava via.
Era la vita che si sbriciolava piano piano e che finiva il suo ciclo.
Ma noi non capivamo perché. Perché debbano succedere follie simili a esseri umani.
Perché forse dovevano insegnarci che nella vita non è tutto una dolce storia.
Che esiste il lato oscuro di ogni cosa anche se noi non vogliamo vederlo. Che la metà del cervello che non funziona è quella della morte e della concezione dell‘infinito.
Troppo spesso però abbiamo paura della morte, quando la cosa più pericolosa è nascere.
Ma è dovuto a noi, possiamo decidere, siamo consapevoli che nella vita esiste la sofferenza, che deriva dall’amore e dall’importanza che si da alle persone e dai legami che hanno tra di loro uomini, donne e esseri umani.
 Penseremo che quando si diventerà concime non sapremo più chi siamo.
Che quando ci scioglieremo nel fango saremo stati inutili.
Quando non sentiremo più niente allora ogni carezza data e ricevuta sarà stata vana.
Ma non è così, è che prima di una grande sofferenza c’è stato tanto di quell’amore che arginerà tutta la sofferenza presente dentro di noi. Che ci permetterà di rinascere nei ricordi di chi ha lasciato il proprio corpo per diventare energia. Per liberarsi dalla carne e diventare anima.
Siamo anime dentro a corpi. Siamo energie che amano e che soffrono. Siamo la forma più complessa di vita.
Siamo esseri umani e nessuno ci toglie dal compito, se non noi stessi con brutali atti, di andare avanti a respirare e riuscire a pensare che tutto sarà ogni giorno meglio, quando invece si riesce solo a sprofondare nella memoria che taglia più di mille vetri rotti.
Ma arriverà, arriverà il giorno in cui apriremo la finestra, fuori ci sarà un profumo di rose e allora, al posto di mille lacrime ne scenderà una sola che ci dirà che esistiamo ancora, che qualcuno che non possiamo toccare, ci sta proteggendo.