venerdì 13 febbraio 2015

QUA TUTTO BENE...


John John aveva vissuto novantesei anni, due mesi, quattro giorni, diciotto ore, cinquantaquattro minuti e tre secondi.
Adesso se ne stava, freddo e bianco dentro una cassa di legno e al suo funerale si trovava mezza città.
Lo conoscevano tutti. Era stato il maestro dei giovani e dei vecchi.
Sua moglie era in prima fila con gli occhiali da sole e una gonnellina di fiori rosa.
Era stato sindaco della città trentatre anni, aveva scritto quarantadue libri, ed era amato, amato davvero.
Adesso se ne stava lì e finalmente, per un attimo riusciva a stare fermo.
La sala della chiesa era piena che non ci si entrava.
Il prete prese in mano un foglio e si mise a leggere:
“La triste verità dei fatti, amici, parenti e conoscenti, è che non credo mi mancherete, ho passato con voi molto tempo e poi, con i miei amici, ci si rivedrà tra poco no?
Ehi Gigi, t’ho visto che ti sei toccato và, non c’è mai stato ferro in quel punto,tranquillizzati e siediti.
Sapete, alcuni mi hanno chiesto cosa mi mancherà, se i soldi, la mia casa, gli amici, i nipoti, i figli o libri e penne.
Ma, ecco, le cose che mi mancheranno davvero, sono queste qui elencate e mi raccomando Don Coso, leggi bene che m‘incazzo anche da qua.
Mi mancherà:
Il muco che mi cola dal naso, fin sulla camicia per poi farmi urlare pesanti parole, da uomo poco educato.
Un calcio negli stinchi dato o ricevuto.
Una birra fresca l’otto di Agosto.
Una linguaccia a chi non sopporto.
Una bella donna con la gonna corta.
Una chitarra non accordata.
Mi mancherà il profumo dei sigari.
Mi mancheranno i miei cani.
Le storie che potevo raccontarvi, quelle mancheranno a voi.
Prendere il giornale e leggere la metà degli articoli.
Esultare a una sconfitta.
Calciare le pigne in strada.
Mi mancherà più di tutti, mia moglie.
Mi mancheranno le televisioni ruba tempo.
Mi mancherà tutto, ma soprattutto queste cose e queste persone.
Chi non si è sentito nominare, quindi tutti, sappiano che tutte queste cose io, le ho fatte con voi. Mi avete donato un po’ di vita, di attimi che mi mancheranno.
Adesso è un funerale troppo lungo e so che è domenica, verso le due.
Conoscendo i miei amici, staranno, anche se lo nascondono, scalpitando per andare a vedere le corse.
Andate, andate.
Ci vediamo tra poco, l’ho già detto.
Vorrò bene a tutti, anche da qui, ma soprattutto, soprattutto a Tonnino, il mio pesce rosso, che mi ha visto in mille vesti e non mi ha mai detto niente.
Buona Domenica Grazia, amore mio, buona Domenica a tutti, sono quassù, quaggiù, che ne so dove sono. So che si vede tutto però..."

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