martedì 25 agosto 2015

LA RAGAZZA DEI CAMPI

Con dei capelli mori non molto lunghi e due fossette molto profonde, Retié, ragazza di sedici anni, sembrava una bambola perfetta.
Lei non si sa da dove venisse, veniva dai campi, si sa solo questo.
Viveva nei campi di grano che si trovavano al margine di un grande castello abbandonato.
Ogni tanto si faceva viva in paese, ma solo per poco, perché poi era cercata dalla polizia per essere portata all'orfanotrofio e quindi, tornava di corsa nei suoi campi di grano, dov'era impossibile trovarla.
Aveva due labbra rosse sottili di sopra e grosse di sotto, le guance colorite di rosa e gli occhi allungati con le ciglia lunghe.
Ogni volta che i corvi volavano bassi, voleva dire che si stava lavando la pelle bianca e quando invece volavano alti, quasi a toccare le nuvole, voleva dire che stava cantando.
E quando i corvi se ne andavano, voleva dire che io la stavo cercando.
La conobbi per caso un giorno di estate fredda, mentre viaggiavo con la mia bicicletta per una stradina sterrata proprio tra quei campi.
La trovai a fare delle capriole e mi avvicinai e lei si fermò a fissarmi.
Poi mi tocco il naso, come se fossi un qualcosa di strano.
E io le mossi i capelli.
Mi prese per mano e mi fece fare una corsa lunga a creare un percorso tra le spighe.
Aveva gli occhi verdi e passammo insieme tutta la notte a guardare le stelle che cadevano forti proprio vicino a noi.
Schioccò le dita e in cielo rimase solo la luna e allora mi prese e mi fece volare con lei.
E cantava, aveva una voce roca, una voce soul, sottile, vivace.
Mi scordai del viaggio che stavo intraprendendo e della bicicletta che era rimasta sullo stradino.
Poi mi ritoccò il naso e con un altro schiocco di dita, fece tornare le stelle e scomparì lei.
Non la rividi più, non seppi mai più nulla. La cercai nei campi ancora finché non mi arresi e ripartii per lo stradino che avevo perso.
Ma fu proprio perché non la rividi più che la rese così affascinante. Il bel ricordo di lei è un volto con la pelle chiara, quasi invisibile la sera, e una voce sottile e graffiata, di una ragazza che cercava il suo vento per separarsi dalla spiga e essere trasportata lontana nei campi.

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