NON SEDERSI. VERNICE
FRESCA.
Mi sedetti.
Mi sporcai.
Mi arrabbiai e alla
fine rimasi lì.
Tanto, ero tutto
vestito di bianco e non se ne sarebbe accorto nessuno che mi ero
sporcato di verde.
Estrassi una
sigaretta che era meglio.
Avevo appena
comprato tutto però.
Rabbia di nuovo.
Erano gli abiti per
il matrimonio di mia sorella.
Nuovi di due ore. Eh
va beh, sarei sopravvissuto.
La sigaretta faceva
schifo.
Sembrava fosse piena
di carciofi. Era così infatti, avevo sbagliato pacchetto, il buon
vecchio tabacco... sarà da riempirla di carciofi?
La mia mente viene
attirata da una bella ragazza in fondo al viale, a tre metri da me, è
china a raccogliere qualcosa.
Mi avvicino per
aiutarla ed ecco che la sua faccia mi si piazza davanti.
Non avevo mai visto
niente di così brutto. Cominciai a correre, direzione casa, corsi
veloce, macchiato di verde.
Davanti al vecchio
portone di legno del mio condominio, ero in una pozza di sudore.
Avevo corso per
quindici chilometri e la moto era rimasta al parco.
Clicco il terzo
piano e mi innalzo verso il mio piccolo e modesto appartamento.
Le chiavi di
casa..?. dentro al motorino certo!
Così mi siedo con
la porta alle spalle.
Passa la mia vicina
di casa e mi tira anche due euro di elemosina.
Comincio a piangere.
Tipo bimbo piccolo,piango tanto, piango come non avevo mai pianto.
Ma non piansi per i
vestiti o le chiavi o il mostro o i carciofi.
Piansi perché non
sentivo più la musica allegra che avevo sentito fino a quel giorno,
quella musichetta che mi accompagnava ovunque, quella della fortuna.
Così presi su
tutto, o meglio, niente e partii, alla ricerca di quella musichetta
felice, quella che non si trovava tra una cartina o in una sella o su
una panchina.
Ma quella che si
trovava nelle poesie dei poeti, nei dipinti dei pittori.
Partii per una città
lontana, per capire dove iniziasse quella musica, dove era finita e
per riprendermela.
Partii anche alla
ricerca, di un abito nuovo.