venerdì 27 febbraio 2015

UN QUADRO UN PO' VIVO

Un piccolo gambero rosso correva nella sua acqua, aveva due anni e la boccia di vetro della sala, era incredibilmente lucida e pulita. L’acqua, semplicemente poteva sembrare non esistesse, se non si guardava bene, e ad un certo livello, si osservava la maniglia della porta tremante.
Le pareti di colore verde e rosa coprivano cucina e salotto, le porte marroni avevano una bella serratura oro.
La maniglia color ottone apriva le porte delle belle stanze arredate con mobili della nonna e pizzi bianchi.
Il pavimento di legno scricchiolava su alcuni punti, ma in fondo non era molto vecchio.
La luce era di quelle luci con cui si scriveva nei  vecchi bar, luci calde, che ti facevano venire voglia di pensare tanto bene sulle cose.
La famiglia le aveva scelte perché le luci cambiavano le giornate, si vedeva tutto in un modo più bello.
I colori dei divani, dei tavoli, dei quadri, erano colori veri, caldi.
Erano veri perché riuscivano a dire cose. Erano veri, perché non riuscivano a essere descritti.
Al gambero piacevano molto quei colori e ogni tanto faceva un salto fuori dal suo habitat, per vedere com’era là fuori.
In questa casa vivevano un padre con la pelle bianca e incredibilmente elegante.
Una madre con i capelli mori e la pelle molto chiara e la gonna sopra le ginocchia.
Un figlio con la camicia sporca di terra e gli occhiali tondi.
Una figlia con due denti caduti, cinque anni di aria dentro i polmoni e un fiocchetto rosso sui capelli biondi.
Pelle chiara.
La pentola a vapore sbuffava due volte al giorno e cetrioli e noccioline, patatine e olive, rimanevano ordinati e contati dentro a piccole ciotole in terra cotta.
Ordinata era tutta la casa.
Ordinata era la loro vita.
Veri erano i loro colori, i loro sentimenti.
Quella casa fresca che dava su un parco verde, quelle persone belle, tutto era come dentro uno di quei vecchi quadri. Erano come un quadro cubista, o come la vita, ordinato e preciso nelle sue forme ma completamente in confusione dentro le pennellate dell’anima.