In un tempo lontano,
in una notte buia e tempestosa, quando i piccoli dormivano e il bosco
era in silenzio, due gnomi, dispersi negli alberi e nella loro vita,
si trovavano in un piccolo bar per gnomi, con l'insegna: “Qui si
sta caldi”.
Sedevano
su due sgabelli di legno, con una luce fioca che illuminava il
bancone e due sguardi che dicevano più di duemila parole.
Mangiavano
una bacca ciascuno e in mano un bicchiere di succo di fragole
selvatiche.
Fuori
la pioggia cadeva sempre più forte, contro il tetto, contro le
finestre.
Loro
due gobbi che mangiavano.
Si
chiamavano Jigi e Giel.
Erano
due gnomi della classe sociale media, senza famiglia, due bravi
lavoratori.
Non
si conoscevano eppure erano così simili …
“Noi
due non siamo due che parliamo molto vero?”
chiese
Jigi sottovoce.
“No”
Rispose
Giel schiarendosi la voce.
“Jigi”
“Giel,
piacere”.
“Hai
visto fuori?”
“Io non guardo fuori, lo sento solo”
“Io non guardo fuori, lo sento solo”
“Filosofia
amico?”
“Vita tizio”
“Vita tizio”
“Hai
visto l'ultima gara di pettirossi?”
“Si, gran bella gara”
“Si, gran bella gara”
E
giù un altro bicchiere, aspro e dolce, come i giorni della loro
esistenza.
“Hai
mai visto la Vipera Regina”
“No”
“Nemmeno
io”
“Non
sapevi cosa dire?”
“Esatto”.
“Esatto”.
Nemmeno
una parola per due ore.
“Cosa
fai nella vita?”
“Aspetto che si crei uno spazio per correre. Tu?”
Silenzio.
“Aspetto che si crei uno spazio per correre. Tu?”
Silenzio.
“Creo
quello spazio per viverci”.
“Tu
mi capisci?”
“Io
ti credo”
“Mi
dai la mano?”
“Vieni fuori, che piove, vieni a sentire il rumore che bello, vieni a correre con me dentro quello spazio”.
“Vieni fuori, che piove, vieni a sentire il rumore che bello, vieni a correre con me dentro quello spazio”.
“Tu
sei con me?”
“Fino alla fine”
“Quale fine?”
“Fino alla fine”
“Quale fine?”
“Niente
ha una fine”
Silenzio
profondo.
“La
fine del niente allora”.
“Amici?”
“Non lo so”
“Non lo so”
“Sei
fragile vero? Anche con quel tatuaggio di un gigantesco
serpente!”
“Sono più duro di una castagna”.
“Sono più duro di una castagna”.
“Andiamo
a mangiarle le castagne”.
Così
si allontanarono i due gnomi, sotto la pioggia, senza un posto
preciso in cui camminare, ma con uno spazio da cercare e un amore da
trovare.