sabato 5 settembre 2015

LA STORIA DI ORLANDO FELICE


Era il 1955. Felice e Orlando, ogni giorno a ogni ora, potevi beccarli a fare qualcosa di illegale in qualsiasi angolo della città.
Non erano i tipi da spaccare tutto, nemmeno assassini.
Loro truffavano la gente, anche abbastanza male.
Felice incantava tutti con un trucchetto di magia e Orlando passava e fregava i portafogli di tutti quelli che stavano a guardare.
Poi, visto che la città ha un numero limitato di persone da truffare, esse smisero di cascarci e allora, entrambi cominciarono a mascherarsi e ad entrare nelle case della gente ricca a rubare.
Non rovinavano le famiglie o distruggevano sogni alle persone. Rubavano qualcosa per riuscire a mangiare e a far sopravvivere qualcuno nella comunità di persone povere, zingari o banditi come loro, in cui vivevano.
E le cose in fondo, per i derubati, continuavano ad andare dritte, senza problemi.
Qualcuno cominciò a lasciare addirittura aperta la porta e biglietti d'avviso del tipo:
Prendete pure la frutta e la carne, non il tacchino però, quello mi serve per il pranzo
e magari ci scappava anche qualche banconota.
Erano stati un po' adottati dalla città e spesso giravano per la strada, salutavano le persone magari e loro ricambiavano con un sorriso o una piccola risatina.
Questo loro strano modo di fare i ladri però non andava bene allo sceriffo Jeffy, che dava la caccia ai due ragazzi da ben otto anni, ma niente, non era mai riuscito a beccarli.
Felice e Orlando però vennero traditi dal loro amore. La passione di sempre.
Le corse in macchina.
Era l'unica volta in cui giravano con così tanta polizia in giro.
Jeffy lo sapeva.
Così in una domenica di Settembre, tra il rombo dei motori e le grandi nuvole che incombevano sulla pista, ecco un fucile carico, stretto tra due mani ferme, che si libera del proiettile e due corpi morti tra la folla.
Felice e Orlando.
Uno sopra l'altro.
Morti. Il sangue grondava dalla loro testa.
La prima a vederli deceduti, fu la cugina di Felice, nonché moglie di Orlando.
Una donna con la faccia tosta e anche un po' doppia.
Erano morti in una posizione buffa. Sembrava un solo corpo con quattro braccia e quattro gambe e questo fece più che sorridere la vedova.
Il giorno in cui dovevano scrivere il nome sulla lapide però, sorse un pesante dubbio al quale nessuno seppe dare risposta.
Il nome di Felice?”
“Il cognome di Orlando?”
Nulla. Nemmeno all'anagrafe si trovò risposta.
Così saltò fuori la moglie, poco commossa e più divertita.
Seppelliamoli insieme, come sono morti. Come un uomo solo. Orlando Felice.
Perché Felice era Orlando e Orlando era felice con Felice”
Così avvenne. Vennero sepolti uno sopra l'altro. Orlando Felice era cascato nella grande trappola delle passioni.
Anche se, la moglie è certa che siano entrambi molto divertiti di come sia finita la loro storia.