domenica 21 febbraio 2016

Ivo Bitetti

Un volto tranquillo, un po' addormentato, il sorriso furbo e un borsalino nero sulla testa.
Così appare Ivo Bitetti, campione dello sport, in una foto degli anni '40.
Vinse due campionati con la Rugby Roma ed uno con la S.S. Lazio di pallanuoto.
Tutta via non fu per questo che la storia si inchinò e lo fece entrare.
E non è per i titoli vinti che a qualcuno piacerà ricordarlo, e magari con il petto gonfio dire: «Gioco a rugby come lui».
Passavano i secondi del giorno 27 aprile 1945 e dentro ad un camion di tedeschi che cercava di varcare i confini con la Svizzera, si trovava un uomo che fingeva di essere ubriaco ed addormentato, nascosto, travestito da soldato nazista. Definito uomo solo dal momento che non esistono razze.
Ed ecco che, quando il camion viene fermato da una brigata di partigiani, colui che in quel momento doveva fungere solamente da interprete, svolge un ruolo fondamentale nella nostra storia.
Ivo infatti lo nota.
Quell'uomo che si finge ubriaco non è un soldato.
A ben vedere, non è nemmeno un tedesco.
Quell'uomo è l'ex dittatore fascista Benito Mussolini.
E non fu molto il tempo che passò da quando Bitetti se ne accorse, a quando «il duce» venne arrestato.
E non fu molto nemmeno il tempo che passò da quando i partigiani lo presero a quando lo fucilarono.
Il rugby, come tutto, è quindi da quel giorno profumato di libertà.
Di giustizia.
Ma ancora sporco di sangue e di sofferenza.
E per fortuna che Ivo Bitetti, sapeva guardare davanti, vedere il suo avversario, e prepararsi a placcarlo.