Venne una nevicata, ma
una di quelle nevicate da far paura. Era il ventiquattro di dicembre,
la vigilia di Natale, eravamo tutti in casa, con il camino acceso, la
nonna lavorava ai ferri, la mamma e il papà leggevano libri, io …
non lo so, Laura, mia sorella maggiore di vent’anni giocava con
Meggy e il mio fratellino al trenino, mio fratello grande studiava. Il nonno fumava la pipa alla finestra della cucina, e l’albero
illuminava la sala, insieme ad una calda luce di piantana. Alla porta
suonarono i nonni materni, erano con le pellicce e i regali in mano.
Avrebbero passato lì la notte, il nonno aveva dei grandi occhiali
quadrati, trasparenti. La nonna con rossetto e perle al collo. Il
nonno è un cacciatore, Aro è il suo cane, quando va a caccia lo prende,
altrimenti rimane col gruppo. Non vedevo l’ora che fosse il
venticinque per spacchettare i regali. Quel giorno uscii fuori, a
giocare con mia sorella grande. Nella neve rannicchiato, trovammo uno
scoiattolo. Lo portammo in casa al caldo. Era vivo ma soffriva. Mamma
gli cucì un cappellino e nonna un maglione. Lo mettemmo nel letto
delle bambole vicino al camino, lo sfamammo con frutta secca
che avevamo in casa. Era bellissimo, appena si riprese un po’,
cominciò a correre per la casa e saltare sui lampadari. Per paura
che si infilasse nel camino, prendemmo le poltrone e gli facemmo un
recinto, visto che sul tessuto non si riusciva ad arrampicare. Lo
chiamammo Mercury. Avrà avuto pochi mesi ed era piccolino, per età e dimensioni, lo chiamammo Mercury Jr.
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