giovedì 17 ottobre 2013

Le origini

Quel giorno eravamo andati a fare un giro in montagna, tutti insieme. Eravamo scalzi e con solo i nostri coltelli che avevamo legato in vita con una corda. Con noi c’erano tutti i cani, anche i più piccoli. Ogni tanto dovevamo farli sgambare nel verde naturale. Raggiungemmo un altopiano con una cascata e posteggiammo lì. Ci stendemmo nel prato e cominciammo a mangiare. Avevamo portato la radio ma là su non funzionava. Decidemmo di fare il bagno, Kiss bevve tre litri d’acqua e lo dovemmo far sputare tutto a suon di botte nello stomaco. Arya si rotolava nella terra, Aro cercava di prendere qualche uccello e Daria invece giocava con noi e dopo il bagno si stese con noi sul prato verde. Era un incrocio tra un pastore tedesco e un setter. Era davvero bellissima e non esageratamente grande. Cominciammo a discutere sul fatto di come fosse arrivata ai miei zii. Uno viveva di fronte a casa mia e l’altro sopra con i nonni. Le ipotesi erano tante: abbandonata in autostrada, trovata nel pattume, era un alieno sceso dallo spazio per spiarci … ma io, io lo sapevo come mai era arrivata fino ai miei zii. MA quel giorno decisi ti tacere. Era arrivata per il fatto che la mia bis nonna voleva un cane, i miei zii gliela regalarono e venne trattata come una figlia, poi la bis nonna non fu più in grado di accudirla e passò ai miei zii. Loro avevano scelto lei perché quando una vecchia signora li regalava, lei fu l’ultima ad andargli incontro ma quella che gli fece più festa. Quel giorno era con noi e canticchiava anche lei Buffalo Solidier.

La maledizione

Erano le undici di notte e quella notte la passavamo nel bunker. Avevamo acceso il camino mentre i cani e gli animali più piccoli erano in casa. Intanto la pioggia batteva costantemente sul tetto. Noi ci raccontavamo storie di paura, ma non erano storielle per bimbi piccoli erano veri e propri horror. Certo avevamo paura, ma ogni tanto scappava una battuta e una risata. Sentimmo dei rumori venire dal giardino poi sempre più insistenti. Noi non avevamo animali feroci e i nostri pensieri furono subito spaventosi e terribili. Prendemmo di corsa i fucili a palline e i coltellini veri. Io presi anche due cartucce vere. Corremmo fuori nel giardino. Gli animali erano agitati e la pioggia si trasformò in grandine. Una bestia ci attaccò. Cademmo nel fango ci rotolammo ci graffio, noi sparavamo senza pietà. Corremmo dietro il bunker altri rumori e graffi io venni colpito e volai dieci metri. Misi le cartucce vere e sparai. A quel punto rumore sordo e una bestia cadde e morì. La lasciammo lì e rientrammo. L’avremmo analizzata il mattino dopo, ma sembrava davvero grande. Alle cinque con uno sprazzo di luce uscimmo. La bestia morta era l’incrocio del piranha con la lucertola. Avevamo sbagliato qualcosa ed era diventata una bestia enorme e feroce. Purtroppo erano rimasti ancora liberi sette mostri. Era iniziata la caccia grossa. Cucimmo delle divise da caccia, armammo i cannoni e i fucili. Gli aspettammo e sparammo contro tutti loro. Fu una battaglia dura ma ce la facemmo. Vincemmo la guerra con qualche ferita, con la mano destra stringevamo il braccio sinistro che era caduto e con i piedi mandavamo avanti carriola con dentro la mano destra. Ma tutto sommato stavamo bene.