sabato 21 settembre 2013

Il piccolo acrobata

Lo scoiattolino che trovai in mezzo alla nevicata, lo portammo al bunker, gli costruimmo una gabbia dentro ad un armadio, con un grande tronco dentro, e senza ante. Gli mettemmo una rete da conigli, uno squarcio nella rete apri e chiudi per farlo uscire. Noi gli insegnammo a saltare da un albero all’altro e tornare indietro. Era diventato fortissimo. Un piccolo atleta. Decidemmo così di fare uno spettacolo. Facemmo stendere il pubblico per terra con i binocoli per vedere in alto e in basso. Costruimmo un percorso, tutti alberini piccoli e cerchi. Mercury Jr correva veloce quanto saltava, fu dato il via e lui partì come una scheggia, si dondolava sui rami. Saltò dentro i cerchi ma purtroppo, qualcuno aveva acceso un cerchio ed era infiammato. Mercury non ci pensò e prese fuoco. Lo spettacolo venne interrotto e la folla si gettò su Mercury, spegnemmo le fiamme, si stava contorcendo dal dolore. In qul momento vidi allontanarsi uno dei Pirati Carini. Pensai allo scoiattolo, lo spalmammo di pomata e lo portammo in casa, Lo stendemmo sul letto. Il pelo era tutto nero e bruciato. Ma sembrava stare meglio.
Ora i Pirati Carini avevano sorpassato il limite. Presi il fucile a sonniferi. Corsi con gli altri alla tana dei Pirati Carini. Era notte e ci illuminavamo il viaggio con fiaccole e torce. Entrammo nel bunker e senza pietà sparammo i sonniferi. Li addormentammo tutti e li imbavagliammo e legammo. Tornammo a casa e il piccolo Mercury Jr stava bene, le mie sorelle l’avevano curato. Il giorno dopo i Pirati Carini si svegliarono e dal loro bunker si sentivano le cose che ci urlavano dietro, anzi non si sentivano perché erano imbavagliati.

La grande nevicata

Venne una nevicata, ma una di quelle nevicate da far paura. Era il ventiquattro di dicembre, la vigilia di Natale, eravamo tutti in casa, con il camino acceso, la nonna lavorava ai ferri, la mamma e il papà leggevano libri, io … non lo so, Laura, mia sorella maggiore di vent’anni giocava con Meggy e il mio fratellino al trenino, mio fratello grande studiava. Il nonno fumava la pipa alla finestra della cucina, e l’albero illuminava la sala, insieme ad una calda luce di piantana. Alla porta suonarono i nonni materni, erano con le pellicce e i regali in mano. Avrebbero passato lì la notte, il nonno aveva dei grandi occhiali quadrati, trasparenti. La nonna con rossetto e perle al collo. Il nonno è un cacciatore, Aro è il suo cane, quando va a caccia lo prende, altrimenti rimane col gruppo. Non vedevo l’ora che fosse il venticinque per spacchettare i regali. Quel giorno uscii fuori, a giocare con mia sorella grande. Nella neve rannicchiato, trovammo uno scoiattolo. Lo portammo in casa al caldo. Era vivo ma soffriva. Mamma gli cucì un cappellino e nonna un maglione. Lo mettemmo nel letto delle bambole vicino al camino, lo sfamammo con frutta secca che avevamo in casa. Era bellissimo, appena si riprese un po’, cominciò a correre per la casa e saltare sui lampadari. Per paura che si infilasse nel camino, prendemmo le poltrone e gli facemmo un recinto, visto che sul tessuto non si riusciva ad arrampicare. Lo chiamammo Mercury. Avrà avuto pochi mesi ed era piccolino, per età e dimensioni, lo chiamammo Mercury Jr.