In troppi, avete
perso la capacità di ascoltare, raccontare e scrivere favole o
fiabe.
Le tralasciate,
perché vi credete troppo grandi. Ma non dimenticate, che la vita non
è diversa da una favola raccontata a voce alta. Prendete i vostri
figli, qualsiasi età abbiano, i vostri genitori e i vostri mariti,
le vostre mogli o nonni , fidanzate o fidanzati, fratelli, sorelle o
fratellastri e raccontatevi storie belle, vere o false, tristi o
felici, ma credeteci in quelle storie.
Io non corro il
rischio di scordarmi di farlo, perché io sono una favola,
o meglio, il nano di Biancaneve e vi racconterò come andarono
veramente le cose.
Ora, la madre di
Bianca puretta morì durante il parto e la piccola fu affidata ad una
matrigna, che era la sua unica figura femminile.
Lei non era come
dicono quei due Grimm, lei era buona con Neve, buonissima.
Purtroppo un
cacciatore affamato di carne giovane e alla ricerca di nuove specie
da uccidere, le dava la caccia.
La matrigna,
accompagnò quindi da noi la piccola Neve.
Noi e la seconda
moglie del re, eravamo molto amici e avrebbe sempre potuto contare su
noi nani.
Neve crebbe sotto la
nostra custodia, la accudivamo come si accudisce un angelo, la
curavamo come si cura il fiore più bello della terra.
Lei, con quei
capelli neri e il volto che rideva, era il nostro motivo per alzarci.
Ci aiutava nel prato
e giocavamo insieme, raccoglievamo fiori e cantavamo canzoni.
Tra l'altro Bianca,
che non aveva molti difetti, era però veramente molto stonata.
Un giorno Bianca,
conobbe un bel principe, si chiamava Adamo.
Loro due erano
davvero innamorati e passarono anni stupendi, tra risate, baci,
litigate e canzoni stonate.
Un giorno però,
quando noi non la sorvegliavamo di nascosto, Bianca e Adamo
mangiarono una mela di un albero, sul quale il cartello appiccicato,
vietava il consumo.
Da dietro ad una
siepe, uscì il cacciatore, che sparò ad entrambi.
Erano sanguinanti. A
terra.
Non avevano
rispettato un piccolo divieto.
Il re e la matrigna,
informati d noi, dell'accaduto, incaricarono i due migliori
giustizieri, Robin e John, di catturare il tremendo cacciatore.
I corpi dei due
intanto, erano stati messi dentro ad una cassa di vetro, l'uno
accanto all'altro.
Il giorno della
cattura, combaciava con quello dei funerali e tutto il reame era
presente.
Perfino quell'uomo
senza anima, in manette, al sole, vide con la coda dell'occhio i due
giovani morti.
Allora il suo cuore
si sciolse un po' e una lacrima cadde a terra, poi una seconda.
Si era punito da
solo piangendo e aveva risvegliato i due innamorati, adesso, tornati
a respirare, credere e sognare.
Il cacciatore aveva
spremuto la propria anima, per donarla a coloro a cui l'aveva tolta.
Dopo aver ucciso,
aveva ridato la vita. Così
si stese e in pochi secondi scomparì nel terreno.
Ora
Bianca e il principe, vivono nella loro piccola casa, in cima ad una
collina.
Non
chiedetemi l'età che hanno perchè non so nemmeno la mia. Comunque, noi nani ci siamo
separati, ognuno
per la sua strada. Ci
ritroviamo tre o quattro volte all'anno, nella nostra vecchia casa di
bosco, per ricordare quello che tutti hanno dimenticato