venerdì 6 marzo 2015

BIANCA E ADAMO

In troppi, avete perso la capacità di ascoltare, raccontare e scrivere favole o fiabe.
Le tralasciate, perché vi credete troppo grandi. Ma non dimenticate, che la vita non è diversa da una favola raccontata a voce alta. Prendete i vostri figli, qualsiasi età abbiano, i vostri genitori e i vostri mariti, le vostre mogli o nonni , fidanzate o fidanzati, fratelli, sorelle o fratellastri e raccontatevi storie belle, vere o false, tristi o felici, ma credeteci in quelle storie.
Io non corro il rischio di scordarmi di farlo, perché io sono una favola, o meglio, il nano di Biancaneve e vi racconterò come andarono veramente le cose.
Ora, la madre di Bianca puretta morì durante il parto e la piccola fu affidata ad una matrigna, che era la sua unica figura femminile.
Lei non era come dicono quei due Grimm, lei era buona con Neve, buonissima.
Purtroppo un cacciatore affamato di carne giovane e alla ricerca di nuove specie da uccidere, le dava la caccia.
La matrigna, accompagnò quindi da noi la piccola Neve.
Noi e la seconda moglie del re, eravamo molto amici e avrebbe sempre potuto contare su noi nani.
Neve crebbe sotto la nostra custodia, la accudivamo come si accudisce un angelo, la curavamo come si cura il fiore più bello della terra.
Lei, con quei capelli neri e il volto che rideva, era il nostro motivo per alzarci.
Ci aiutava nel prato e giocavamo insieme, raccoglievamo fiori e cantavamo canzoni.
Tra l'altro Bianca, che non aveva molti difetti, era però veramente molto stonata.
Un giorno Bianca, conobbe un bel principe, si chiamava Adamo.
Loro due erano davvero innamorati e passarono anni stupendi, tra risate, baci, litigate e canzoni stonate.
Un giorno però, quando noi non la sorvegliavamo di nascosto, Bianca e Adamo mangiarono una mela di un albero, sul quale il cartello appiccicato, vietava il consumo.
Da dietro ad una siepe, uscì il cacciatore, che sparò ad entrambi.
Erano sanguinanti. A terra.
Non avevano rispettato un piccolo divieto.
Il re e la matrigna, informati d noi, dell'accaduto, incaricarono i due migliori giustizieri, Robin e John, di catturare il tremendo cacciatore.
I corpi dei due intanto, erano stati messi dentro ad una cassa di vetro, l'uno accanto all'altro.
Il giorno della cattura, combaciava con quello dei funerali e tutto il reame era presente.
Perfino quell'uomo senza anima, in manette, al sole, vide con la coda dell'occhio i due giovani morti.
Allora il suo cuore si sciolse un po' e una lacrima cadde a terra, poi una seconda.
Si era punito da solo piangendo e aveva risvegliato i due innamorati, adesso, tornati a respirare, credere e sognare.
Il cacciatore aveva spremuto la propria anima, per donarla a coloro a cui l'aveva tolta.
Dopo aver ucciso, aveva ridato la vita. Così si stese e in pochi secondi scomparì nel terreno.
Ora Bianca e il principe, vivono nella loro piccola casa, in cima ad una collina.
Non chiedetemi l'età che hanno perchè non so nemmeno la mia. Comunque, noi nani ci siamo separati, ognuno per la sua strada. Ci ritroviamo tre o quattro volte all'anno, nella nostra vecchia casa di bosco, per ricordare quello che tutti hanno dimenticato