sabato 14 settembre 2013

La scimmia

La notizia si era sparsa dappertutto, per tutto il paese. Lo zoo aveva acquistato una scimmia. Non potevamo non andarla a vedere, così pagammo l’ingresso ed entrammo. La scimmia era dietro ad un vetro insieme a un sacco di vegetalie.Lei però era lì triste che scimmiottava esercizi per il pubblico. La vedavamo era molto infelice. Alle cinque e mezzo di pomeriggio, decidemmo con il sole in faccia, di liberare la povera scimmia. Il piano sarebbe stato messo in atto il giorno seguente alle ventidue. La mattina dopo andammo a fare la spesa per la spedizione. Comprammo delle graffette, dei coltellini svizzeri, delle torce e tute mimetiche. La giornata passò in fretta, parlando e discutendo sul come agire. Entrammo allo zoo, poi aspettammo l’ora di chiusura legati con delle corde ai soffitti del bagno. Subito dopo la chiusura dello zoo scendemmo e aprimmo usando settantatre graffette la porta della scimmia. Era lì così, seduta triste. La mettemmo dentro un sacco. Con i coltellini ci facevamo spazio in mezzo alla vegetazione. La portammo nel nostro bunker. La liberammo in una gabbietta larga e alta. Cominciammo a saldare dei pezzi per fare una gabbia enorme e all’aperto. Ci mettemmo quarant’otto ore. Gli piantammo dentro veri alberi e vere piante. Avevamo fatto anche un ruscello e la liberammo lì. Nessuno doveva saperlo. Ora giocava e saltava da un albero all’altro, quasi dimenticando di essere addestrata. La chiamammo Yuppy.

mercoledì 11 settembre 2013

Il test

Un gruppo scienziati della città decise di fare un test ai Grandi Rega. Ci rinchiusero dentro ad una stanza e noi dovevamo mantenere la calma. Il test sarebbe durato un giorno e loro non potevano aprire la porta se non con il timer che ormai era stato puntato. Dovevamo stare dentro una stanza di gomma per ventiquattro ore, a me pareva una stronzata galattica, ma era il giusto modo per annoiarsi. Matti tirò fuori una pallina dalla tasca e si mise a palleggiare. Io avevo uno yoyo e facevamo a turno ad usarlo. Dopo tre ore di yoyo e palline ci mettemmo a dormire per cinque ore. Al risveglio eravamo troppo annoiati e cominciammo a cercare una via di uscita. Ci arrampicammo sul soffitto per cercare qualcosa, un condotto. Niente. Dopo due ore di tentativi falliti cominciammo a discutere. Smettemmo subito. Cantammo canzoni, facemmo partite di calcio. Ma la noia cominciava a diffondersi. Richi camminando inciampò sulla gamba di Pie sbattendo contro la porta che si aprì. Uscimmo dalla porta e scappammo via. Purtroppo gli scienziati se ne accorsero e saltarono sopra le loro macchine e moto e ci rincorsero. Noi corremmo per un po’ a piedi, poi prendemmo le nostre vespe e via. Scappammo lontano, lontanissimo sempre più in là senza fermarci. Arrivammo al bunker pieni di polvere tranne Pie che era il primo della fila. Per la città ora c’erano i cartelli con la scritta ricercati e le nostre facce. Per un mese abbiamo girato travestiti da cantanti rock.