Ma quanti anni sono
passati.
Eri il lontano 1982.
Sarò sincero. Non mi ricordo la data esatta...
Che Ferrari in
quegli anni. Il boom. La formula1 era la giusta misura di elettronica
e manualità. Di spettacolarità e di passione. Io quell'anno non
c'ero. Io nacqui diciannove anni
dopo. Però di quegli anni, gli anni ottanta mi hanno raccontato
molto. Della formula1 non così tanto e perdonatemi se sbaglierò nel
raccontarvi.
Ho
un mio grande amico, questo ha un padre che possiede una casa
ereditaria sulle colline toscane. Un paradiso, tutto bello, là in
mezzo al bosco, là col fiume e coi lupi. Spesso d'estate passiamo i
weekend lì. Ha una TV che credo che sia l'unico oggetto tecnologico
oltre ai fornelli. Se non stiamo in giardino, nel fiume o a giocare
ai militari litigando sul regolamento, ci sediamo davanti alla TV per
il Gran Premio. Quindi qui si forma l'angolo tecnico. Io, i due
fratelli e il biondo. Se è la Moto GP vediamo solo Rossi! Se è la
Formula1 vediamo solo la Rossa!
Poi
durante il Gran Premio si parla di tutto, da Schumi, a Jordan, a
Nadal agli All Blacks a l'italia del 2006 fino all'Italia
dell'ottantadue. Sono partito un po' da lontano perché voglio
raccontarvi la magica atmosfera che si forma. A volte capita e a me
piace quando succede, che si parli saltando da un discorso all'altro,
di GILLES. Si vedono i babbi che con l'espressione un po'così, di
loro che hanno visto Gilles dicono: “Scicci” a dire “Quello era
uno che aveva una marcia in più”. Che l'anno in cui finì di
correre sarebbe diventato campione del mondo con la Ferrari. E qui
però, beh … qui era di più. Qui si amava la Ferrari perché la
guidava Gil. Non so molto su di lui, francamente potrei andare a
vedere su wikipedia, ma allora non avrebbe senso scrivere questo
testo. Non so molto su Gil, perché Gil non si può racchiudere in
queste parole. Neanche in un dialogo perché il fatto è che Gil è
magico, gli vogliamo bene perché vinse solo sei gare, poche, ma
quando le vinse ci fu un gran gusto.
Perché
quando io ieri ho chiesto a mio padre che numero mettere sul nostro
carrettino da discesa, lui mi ha risposto una cosa sola: “Se è un
numero, potrà essere soltanto uno” e io “Certo … 27”
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