Ci trovavamo uno davanti all'altro.
Nella stessa situazione. Eravamo due dei pochi sopravvissuti, e
avendo questo onore, adesso avevo più paura della morte di prima. Io
caricai il fucile. La pioggia mi cadeva sul volto, ero fradicio e
infangato. Il ragazzo di fronte a me non si mosse. Avevo paura... poi
una voce da dietro
“Spara! Spara!”
Non mi girai, ma il mio dito si mosse
rapido sul grilletto. Un colpo secco. Ho aspettato qualche secondo...
non lo avevo preso. Avevo sparato nel fango. Ricaricai. L'altro
immobile, con gli occhi fissi nel vuoto. Imbracciai il fucile e
sparai il secondo colpo. Andò a segno. Il ragazzo davanti a me si
chinò, ma non smise di guardare di fronte a lui. Avevo l'ultimo
colpo. Anche quello andò a segno. Allora il corpo di colui che era
morto giaceva davanti a me.
“Bravo recluta Kenn”
Questa volta mi girai, mi aspettavo il
colonnello... no, era la morte. Ciò spiegava lo sguardo verso il
vuoto. Mi paralizzai e la morte mi morse, mi strappò la pancia e
piano piano anche la faccia. Soffrivo a terra. E giacevo davanti alla
morte.
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