Canzoni
rivoluzionarie, canzoni vere, canzoni che ti si ripetono dentro la
testa in continuazione,
sbattono sulle
pareti e sulla corteccia celebrale, rimbalzano e si conficcano
violentemente nella tua anima.
Di lì quella roba,
quelle parole, quei testi, quel ritmo, quella musica... di lì non se
ne vanno più.
Bob era così. Ti
dava quella carica vera. La voglia infinita di ballare, di ballare il
reggae, che in realtà è la musica su cui Dio balla.
Bob Marley è un
esplosione di colore di vivacità e di grande voglia di vivere.
Di saltare per tutta
la vita con i capelli che ti sbattono sul collo, ti finiscono sul
volto, alzi le mani, lo sguardo, accenni un sorriso e cominci a
muovere i piedi seguendo il ritmo che ti indica lo spirito.
Non la vuoi più
smettere.
É la musica per cui
gli inglesi probabilmente non avrebbero comprato gli africani per
schiavizzarli, ma solo per sentirli cantare.
Però quella musica
è nata con gli schiavi, è nata per sperare nel futuro, nella
libertà e in tutto ciò che vale veramente qualcosa.
Bob era
semplicemente un profeta e come tutti i profeti … volano via troppo
presto … volano sulle ali della libertà.
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