lunedì 22 luglio 2013

LE OLIMPIADI

                 
Anche quest’anno sono state organizzate le olimpiadi per ragazzi. Le olimpiadi, di atletica leggera. Solo atletica. Io, anche se non ero adattissimo, volevo correre i cento,  così feci. Frenci, il salto in lungo, Matti salto in alto, maratona (di soli dieci chilometri) Enri e Francobollo. Simo corse con me i cento, Pietro i duecento. Ci serviva qualcuno che corresse gli ottocento e i quattrocento. Un altro doveva entrare nel club. Girava voce che un ragazzo dell’atletica correva fortissimo. Era come un siluro. Lo andammo a cercare io,Simo e Francobollo. Si chiamava Riccardo. Lo riconoscemmo, veniva con noi all'asilo. Le parole di Simo furono chiare “Tu devi correre per noi” e le sue ancora più chiare e sintetiche “Sì”. Un semplice sì fu perfetto. Ora eravamo in otto. Le olimpiadi cominciarono con uno sparo da parte del sindaco e l’accensione della nostra fiaccola. Io e Simo eravamo sui posti di partenza. Pronti a partire. Un tipo si avvicinò a noi, con aria da sbruffone, era dei "Pirati carini". Noi non avevamo un nome. Ci disse “ Cosa ci fate qui? Siete venuti a perdere?” La nostra risposta, fu ovvia e sincronizzata “Pulisciti la tua merda”. Ci preparammo e … via! La mia partenza fu ottima, anche lo sbruffone partì bene, Simo male. Recupero stratosferico per Simo. Io e lui eravamo pari e tagliammo il traguardo insieme. Il salto in lungo non fu ottimo, Frenci fece due nulli e una caduta. Mattia portò a casa un argento. Francobollo vinse la dieci chilometri ed Enri arrivò quarto.  Anche Pietro vinse i duecento. Eravamo però pari con la società dei  "Pirati Carini".  I quattrocento non si corsero per via dei pochi iscritti. Tutto si decideva all'ultima gara.
Gli ottocento cominciarono. Richi partì male, inciampò e rotolò. Restando però nella sua corsia. Non so, ma forse in quel momento, il cielo si oscurò. Richi però si rialzò da grande campione, si tirò su e riprese a correre. Era ultimo. Corse più veloce di quello che poteva. Vi assicuro ormai non ci credeva più nessuno. Ma Richi lo sapeva. Incredibilmente, corse fino a raggiungere Alessandro, quello dei Pirati Carini. Poi eccolo lanciato negli ultimi duecento metri ed esultare. Avevamo vinto. Un grido e salti di gioia, accompagnarono il bel momento. “I miei compagni mi hanno detto che mentre tagliavo il traguardo , un raggio di sole, ha attraversato la pista” , ciò che disse Richi all’intervista, dopo aver vinto con i compagni, il primo titolo olimpico. Probabilmente di una lunga serie.

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