Pietro
si era appena disegnato sul braccio un enorme scorpione nero, con una
penna indelebile. Io e Enri un tatuaggio maori. Allora ci venne un
idea... Aprire un negozio di tatuaggi. Ci dirigemmo dal muratore che
abitava vicino a noi, con l'intento di chiedere se ci facesse dei
muri trasportabili. Si mise le mani tra i capelli e cominciò a
piangere. Allora noi tutti felici tornammo al bunker, tanto sapevamo
che le mani nei capelli significavano che sarebbe stato un casino
farlo, ma l'avrebbe fatto comunque. Comprammo dell'ennè. Matti andò
in cartoleria a comprare dei fogli da volantini, mentre altri si
esercitavano nel disegnare tatuaggi. Quel genio del muratore finì i
muri entro le dieci di sera, e allora cominciammo a montarli, un po'
come si fa coi lego. Appendemmo alle leggere pareti degli esempi di
tatuaggi e delle immagini stile dark. Ma per colpa del demonio, la
mattina dopo ci trovammo una fila di novecento bambini dai due ai
dieci anni. Non potevamo mica metterci a fare tatuaggi ai bambini...!
Eccome se potevamo invece. Facemmo pagare poco il primo tatuaggio e
poi sempre a crescere, finchè l'ultimo ragazzino non arrivò a darci
tre milioni di lire. Purtroppo però tutto finì presto. Si vede che
qualche bambino aveva spifferato qualcosa, aveva mostrato il
tatuaggio, o come il caso dell'ultimo bambino era tornato a casa
senza soldi. E quanti soldi! Così arrivarono i piedi piatti. Matti
prese il fucile e sparò contro la porta del capanno che non
intendeva aprirsi. Dentro ecco le nostre vecchie Vespe da corsa.
Partimmo come dei forsennati fino ad arrivare giù al fiume. Eravamo
del tutto fottuti. Ma Richi disse una grande cosa “Signori, abbiamo
fatto qualcosa che non dovevamo fare, arrendiamoci alla giustizia,
non rischiamo una broncopolmonite a buttarci nel fiume a dicembre!”
Annuimmo, con lo sguardo basso. Poi ecco i poliziotti arrivare e
l'urlo di guerra di Francobollo “Tutti nel fiume!!!” E così
facemmo. Nuotammo, o meglio venimmo trasportati per un tempo
indefinito ma soprattutto infinito. Quando osservammo un cartello in
cinque lingue: Oceano Atlantico.
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