Ancora qui, giorno otto.
Ho costruito alcune capanne, mangio con
cocco e datteri. Non ci sono animali. Ho paura che sia passato Noè
con una barca più grande. Con le piccole dosi di tecnologia e di
meccanica che ho imparato, sto costruendo un motore a olio di palma.
Questo dovrebbe far andare una zattera o un piccolo aeroplano. Molto
più semplice però la zattera. Ho trovato piantato nella sabbia un
vecchio quarantacinque giri. “U.S.A for AFRICA”. We are the world
si ma adesso, We were the world. Ci sono oggetti e cose varie sparse
dappertutto. Non so il motivo. Come se la terra fosse sta scossata
violentemente, ribaltata ad alte velocità e poi rimessa a posto.
Senza più nessuno. La vita è dura, ma da un lato vivere su un isola
sperduta mi piace molto. Voglio ripopolare questo pianeta, lo voglio
fare con voi, umani a cui arriveranno queste lettere. Se arriveranno
queste lettere. Comunque per mia fortuna a mantenermi calmo qui su
quest'isola è il rum di qualche vecchio bar, e il giubox color verde
accanto a me
Figiuli 687
Terra
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